venerdì 6 aprile 2012

Meeting Ducks | D&H interview | 01. Diego Perrone


E si continua, popolo, si continua! D&H torna a molestare gente con le sue domande moleste, e stavolta dà alla sua vittima prescelta la faccia (completa di ciuffo e basetta) di Diego Perrone. Diego è Diego, è il cantante dei Medusa, è quello che canta con Caparezza, sì ma insomma è Diego: è una figura che ormai non ha bisogno di dipendenze di fama, e lo dimostra sganciando un album come Dove finisce il colore delle fotografie lasciate al sole. Ma è anche una figura fatta al 99,9% di Torino, che con Torino mantiene un legame speciale: nella musica soprattutto, e basta vedere il video di Rainy Baby, release di mezz’ora fa, per capire di cosa parliamo. 
E quindi direi..basta preliminari: è un'intervista, parliamone!


D&H:     Dalla sala prove ai Medusa a “ah si quello che canta con Caparezza”. E adesso solista. Ci diamo un attimo alla nostalgia gratuita? Dai... Come descrivi la Torino in cui sei cresciuto come musicista?
Diego:   Torino è sempre stata una città ricca di immaginazione, dovuta probabilmente al fatto che essendo stata principalmente una città industriale l'unico modo per evadere dal grigiore quotidiano resta l'immaginazione, appunto. Ricordo ancora il primo concorso che abbiamo vinto con i Medusa, si chiamava Pagella Rock e forse esiste ancora una cosa simile. Era un concorso per gruppi emergenti che provenivano dalle scuole superiori; era eccitante sfidarsi con i propri coetanei, si parlava di musica, c'erano rivalità aperte ma sane, l'unica pecca era, e forse fa parte del carattere dei torinesi, la poca cooperazione tra i gruppi, una sorta di rivalità stimolante ma che ha portato come conseguenza l'affossamento di gruppi anche validi; ma questo fa parte della vita, d'altronde il rock’n'roll non è per tutti.

jeunesse dorée. Proprio i Medusa

D&H:     La scena torinese oggi secondo Diego Perrone.
Diego:   La scena torinese è ricca di nuovi gruppi o solisti interessanti, spesso però la visibilità che meriterebbero è disattesa, non capisco il perché. E’ colpa della creatività trita e ritrita di chi scimmiotta ciò che c'è già? O è colpa delle etichette indipendenti che preferiscono non rischiare e produrre copie di cose che già esistono? Le domande però, mi rendo conto, qua non le devo fare io…

D&H:    Però va ammesso: quelle che ti sei posto tu ci stanno decisamente.
Anyway: a questo punto, dove sono arrivati/dove stanno andando secondo te i personaggi di quella scena?
Diego:   Tra i progetti di maggior successo degli ultimi anni ci sono sicuramente i Subsonica che volente o nolente hanno creato uno stile imitato da tantissimi gruppi, anche gruppi di consolidato successo hanno guardato al loro sound ed hanno tentato di carpirne i segreti. Ed è proprio questo che volevo dire prima: loro esistono già, lo so che è facile essere affascinati da qualcosa che ci piace ma quello è il loro suono, sono identificati per quello. Non ha senso creare un gruppo copia sperando che ci sia un pubblico che non si accorga che sono uguali. La scena rischia di impoverirsi se ci si uniforma ad una moda. Quello dei Sub era un esempio solo per spiegare che la via più facile non è sempre quella giusta. Spero infine che la scena non stia andando alla deriva ipnotizzata da linguaggi che non appartengono alla nostra storia musicale.

D&H:     Quindi, finito questo giro critico, fatto questo quadro della situazione...dove ti collochi tu?
Diego:   Mah, non saprei dire. Sicuramente non mi sento una nuova leva, anche se il mio disco è diverso da quello che ho fatto fino ad ora. L'ho fatto perché questo e quello che so fare, cantare, suonare; il resto lascio che lo decidano gli altri: se collocare o meno la mia musica nel loro Pod 

D&H:     Anche ascoltando la chiusura dell’album..Torino, visioni del pianeta, suoni sull’atmosferico andante... c’è ancora da dire, quindi, nel discorso iniziato dai Subsonica?
Diego:   La musica elettronica è sempre stata una mia passione, ho cercato di fare un disco che riflettesse questa mia inclinazione.

D&H:     Anche tu prima o poi farai il dj?
Diego:   Non mi piace fare il Dj. ovvero mi piacciono i Dj e li rispetto professionalmente ed è anche per questo che mi sembrerebbe di sminuire il loro lavoro se mi cimentassi anche io nel mixare dischi. Gia troppi lo fanno ed il risultato è che non c'è più una serata dove si balli musica coerente. se dovessi scegliere un lavoro alternativo farei il giardiniere.

D&H:     Dalla frangia ai petardi alla basetta romanticista: biografia tricologica di Diego Perrone. Capelli diversi per periodi creativi diversi?
Diego:   No, e che mi piace tagliarmi i capelli da me. sono diventato anche il coiffeur del tour (tranne che di Capa)

D&H:     Allora: “quello dei Medusa” e “quello che canta con Caparezza” sono risposte già prese. Quindi, domanda di rito: secondo te, per cosa sarai ricordato da tutti domani la settimana prossima e foreverandever?
Diego:   Ovviamente per il mio grande cuore ah ah ah..scherzo..spero di doverla ancora fare la cosa per la cui sarò ricordato…

D&H:     Recensisci il tuo album come vorresti vederlo recensito dalle riviste e dai blog per te più importanti. Ovviamente, non essere timido nel farlo.
Diego:   Un bel disco ascoltatelo e portatelo con voi su un isola deserta oppure perdetevi ascoltandolo mentre guidate in tangenziale…

 
Enjoyed, naturalmente..!!
Le prossime puntate sgroppano e scalpitano nelle scuderie D&H.
Sapete già che fare.
Stay Tuna!

Nessun commento:

Posta un commento