domenica 29 aprile 2012
CAMO ! Il brand Biellese che profuma di Londra e Parigi
La dichiarazione di intenti di questo "Brand" ci piace un sacco...tanto per cominciare è di zona....di Biella per essere più precisi. E giovane...nasce nel 2005...ma soprattutto, è fortemente radicata nel territorio; tutte i capi sono prodotti da piccole aziende manifatturiere spesso a conduzione familiare.
Camo ( da camouflage ) nasce dalla brillante mente di Stefano Ughetti che, prima con un concept store di nome "Superstar Shop" e poi con il debutto nel mondo dello stilismo si sta facendo e sta facendo conoscere le nostre zone in tutto il globo terracqueo. La cosa che colpisce delle collezioni Camo è che guardandole ci si riesce subito ad immaginare le persone che potrebbero indossare questi capi; come se fossero in attesa del loro "propietario"; ogni collezione trae ispirazione da qualcosa di personale giocando con mix di stili e una punta di retrò. Non la tirerò tanto per le lunghe e lascerò parlare le immagini; da poco disponibile anche l' online store e per essere costantemente aggiornati vi basterà seguire il Blog/Sito .
venerdì 27 aprile 2012
D&H Radio | 01 April Shower
D&H Radio 01: April Shower by Indn on Mixcloud
Nuova puntata di D&H Radio: da dopo lavoro a dopo lavoro, spero di farti muovere la testa in ufficio, mentre corri, o mentre fai serata..
Enjoy..& Buon WE
26.04.2012
Jai Paul - Jasmine
Breton - RDI
xxxy - U Always Start It
Kidnap Kid - Losing it (B Ju remix)
Dfrnt - True
Groove Armada - Oh Tweak Me
Maceo Plex - Frisky
Solomun - Th Way Back
Azari & III - Hungry for the power (Jamie Jones remix)
Nina Simone - Feeling Good (Nicolas Jaar remix)
Sonic Youth - Shadow of a Doubt (Matta Refix)
PIC by FLORIAN IMGRUND
venerdì 20 aprile 2012
Daniil Charms | Mad in the USSR
Una vecchia, per la troppa curiosità,
si sporse troppo dalla finestra, cadde e si sfracellò.
Dalla finestra si affacciò un’altra
vecchia e si mise a guardare giù quella che si era sfracellata, ma, per la
troppa curiosità, si sporse troppo anche lei dalla finestra, cadde e si
sfracellò.
Poi dalla finestra cadde una terza
vecchia, poi una quarta, poi una quinta.
Quando cadde la sesta vecchia mi
stancai di stare a guardarle, e me ne andai al mercato Mal’cevskij, dove,
dicevano, a un cieco avevano regalato uno scialle fatto ai ferri.
Non vuol
dire una beneamata fava di nulla? Perfetto.
La stessa
violenza di un muro dipinto sotto acidi, un’estetica da Petronio, l’assurdo
eletto a sistema. Vero eroe del libero razzolamento dei cervelli, è un onore
(ri)presentarvi, fuorilinea rispetto a noi come lo è stato rispetto alla qualunque,
Daniil Charms.
Oppure Harms.
Oppure Kharms.
Chiudiporta delle avanguardie russe in pieno stalinismo, con questo signore
contemporaneamente animale da cortile, scienziato (umano) da Nobel, dandy da
salotto abbiamo l’esempio di chi per
perseguire l’Assurdo ha sfidato tutto, persino l’epurazione sovietica. Per anni
deve scrivere fiabe per bambini, per nascondere il sovversivo assurdismo che
pratica quotidianamente, si fa pure arrestare nel 1932, e rinchiudere nel 1942
in manicomio, dove peraltro muore.
Solo negli
anni 80 è stato riscoperto, ha avuto il tempo di ridiventare un mito, finendo
su murales kilometrici e popolareschi sottobraccio a Taras e Shevchenko. E adesso che gli anni
80 non vanno neanche più come revival direi che ce lo possiamo riprendere con
calma, follia per follia, vecchia che cade per vecchia che cade.
Titoli? “Casi” raccoglie quanto di meglio vi possiate aspettare, “Disastri” devo ancora leggerlo, lo ha ripubblicato l’anno scorso Marcos y Marcos, ma promette bene…
Titoli? “Casi” raccoglie quanto di meglio vi possiate aspettare, “Disastri” devo ancora leggerlo, lo ha ripubblicato l’anno scorso Marcos y Marcos, ma promette bene…
Enjoy!
martedì 17 aprile 2012
Skin| The "British Tattoo" documentary
Finalmente!
Eccovi un estratto del documentario, realizzato in collaborazione con Garage Magazine, dark e fighetto quanto basta, per introdurvi al magico mondo dei tatuaggi.
Ryan Hope, il regista, fa un viaggio all'interno della cultura del tatuaggio, dell'arte del disegno e di come si può legare indissolubilmente al corpo umano, lasciandone più di un semplice disegno.
Si vedono all'opera tra i più grandi tatuatori della scena British, insomma godetevelo, se capite l'inglese, se no studiate!
Enjoy
venerdì 6 aprile 2012
Meeting Ducks | D&H interview | 01. Diego Perrone
E si continua, popolo, si continua! D&H torna a
molestare gente con le sue domande moleste, e stavolta dà alla sua vittima
prescelta la faccia (completa di ciuffo e basetta) di Diego Perrone. Diego è
Diego, è il cantante dei Medusa, è quello che canta con Caparezza, sì ma
insomma è Diego: è una figura che ormai non ha bisogno di dipendenze di fama, e
lo dimostra sganciando un album come Dove finisce il colore delle fotografie
lasciate al sole. Ma è anche una figura fatta al 99,9% di Torino, che con
Torino mantiene un legame speciale: nella musica soprattutto, e basta vedere il
video di Rainy Baby,
release di mezz’ora fa, per capire di cosa parliamo.
E quindi direi..basta
preliminari: è un'intervista, parliamone!
D&H: Dalla sala
prove ai Medusa a “ah si quello che canta con Caparezza”. E adesso solista. Ci
diamo un attimo alla nostalgia gratuita? Dai... Come descrivi la Torino in cui
sei cresciuto come musicista?
Diego: Torino è
sempre stata una città ricca di immaginazione, dovuta probabilmente al fatto
che essendo stata principalmente una città industriale l'unico modo per evadere
dal grigiore quotidiano resta l'immaginazione, appunto. Ricordo ancora il primo
concorso che abbiamo vinto con i Medusa, si chiamava Pagella Rock e forse
esiste ancora una cosa simile. Era un concorso per gruppi emergenti che
provenivano dalle scuole superiori; era eccitante sfidarsi con i propri
coetanei, si parlava di musica, c'erano rivalità aperte ma sane, l'unica pecca
era, e forse fa parte del carattere dei torinesi, la poca cooperazione tra i
gruppi, una sorta di rivalità stimolante ma che ha portato come conseguenza
l'affossamento di gruppi anche validi; ma questo fa parte della vita,
d'altronde il rock’n'roll non è per tutti.
D&H: La scena torinese oggi secondo Diego Perrone.
Diego: La scena
torinese è ricca di nuovi gruppi o solisti interessanti, spesso però la
visibilità che meriterebbero è disattesa, non capisco il perché. E’ colpa della
creatività trita e ritrita di chi scimmiotta ciò che c'è già? O è colpa delle
etichette indipendenti che preferiscono non rischiare e produrre copie di cose
che già esistono? Le domande però, mi rendo conto, qua non le devo fare io…
D&H: Però va ammesso: quelle che ti sei posto tu ci stanno decisamente.
Anyway: a questo punto, dove sono arrivati/dove stanno andando secondo te i personaggi di quella scena?
Anyway: a questo punto, dove sono arrivati/dove stanno andando secondo te i personaggi di quella scena?
Diego: Tra i progetti
di maggior successo degli ultimi anni ci sono sicuramente i Subsonica che
volente o nolente hanno creato uno stile imitato da tantissimi gruppi, anche gruppi
di consolidato successo hanno guardato al loro sound ed hanno tentato di
carpirne i segreti. Ed è proprio questo che volevo dire prima: loro esistono
già, lo so che è facile essere affascinati da qualcosa che ci piace ma quello è
il loro suono, sono identificati per quello. Non ha senso creare un gruppo
copia sperando che ci sia un pubblico che non si accorga che sono uguali. La
scena rischia di impoverirsi se ci si uniforma ad una moda. Quello dei Sub era
un esempio solo per spiegare che la via più facile non è sempre quella giusta.
Spero infine che la scena non stia andando alla deriva ipnotizzata da linguaggi
che non appartengono alla nostra storia musicale.
D&H: Quindi, finito questo giro critico, fatto questo quadro della situazione...dove ti collochi
tu?
Diego: Mah, non
saprei dire. Sicuramente non mi sento una nuova leva, anche se il mio disco è
diverso da quello che ho fatto fino ad ora. L'ho fatto perché questo e quello
che so fare, cantare, suonare; il resto lascio che lo decidano gli altri: se collocare
o meno la mia musica nel loro Pod
D&H: Anche
ascoltando la chiusura dell’album..Torino, visioni del pianeta, suoni
sull’atmosferico andante... c’è
ancora da
dire, quindi, nel discorso iniziato dai Subsonica?
Diego: La musica
elettronica è sempre stata una mia passione, ho cercato di fare un disco che
riflettesse questa mia inclinazione.
D&H: Anche tu
prima o poi farai il dj?
Diego: Non mi piace
fare il Dj. ovvero mi piacciono i Dj e li rispetto professionalmente ed è anche
per questo che mi sembrerebbe di sminuire il loro lavoro se mi cimentassi anche
io nel mixare dischi. Gia troppi lo fanno ed il risultato è che non c'è più una
serata dove si balli musica coerente. se dovessi scegliere un lavoro
alternativo farei il giardiniere.
D&H: Dalla
frangia ai petardi alla basetta romanticista: biografia tricologica di Diego
Perrone. Capelli diversi per
periodi creativi diversi?
Diego: No, e che mi
piace tagliarmi i capelli da me. sono diventato anche il coiffeur del tour
(tranne che di Capa)
D&H: Allora:
“quello dei Medusa” e “quello che canta con Caparezza” sono risposte già prese.
Quindi, domanda
di rito: secondo te, per cosa sarai ricordato da tutti domani
la settimana prossima e foreverandever?
Diego: Ovviamente per
il mio grande cuore ah ah ah..scherzo..spero di doverla ancora fare la cosa per
la cui sarò ricordato…
D&H: Recensisci
il tuo album come vorresti vederlo recensito dalle riviste e dai blog per te
più importanti.
Ovviamente, non essere timido nel farlo.
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